venerdì 28 luglio 2017

SULLA VIA DEL VINO E DELLA SETA VERSO LA CINA

Lungo l’antica via del vino e della seta, rivive il mito di questa strada come una sinfonia suonata da un'orchestra composta di tutti i Paesi che vi appartengono.
Pubblicato da Edizioni Archeoares, con testi in italiano, inglese e cinese, racconta un viaggio lungo una vita che passa attraverso le repubbliche vinicole dell’Unione Sovietica e dell’Asia centrale e arriva all’amatissima Cina. Un viaggio nel passato che strizza l’occhio al futuro con il progetto One Belt One Road che contiene curiosità, aneddoti e nuovi contenuti sull’antichissima via che per terra e per mare ha connesso ben tre continenti.
Undici  anni di lavoro ininterrotto nelle repubbliche vinicole dell’Unione Sovietica,  e trenta anni in Cina, dagli estremi confini della ex U.R.S.S., passando per la Georgia, l’Uzbekistan, l’Asia Centrale e la Mongolia, fino ad arrivare all’amatissima Cina, Giancarlo Panarella con The Roads of time – Le Vie del Tempo, disegna un mosaico di popoli, culture, usanze e pratiche di coltivazione vitivinicole che hanno segnato profondamente il viaggiatore  e segneranno anche chi vorrà ripercorrere il suo viaggio.  E non manca l’avventura, umana e d’impresa raccontata anche da centinaia di fotografie e brani musicali cui collegarsi durante la lettura.
Un viaggio nel passato che guarda al futuro, grazie all’antica Via della Vite e del Vino, poi Via della Seta, che ora lancia un’opzione importante sul futuro con il progetto One Belt One Road, il più avanzato collegamento tra continenti, culture, economie e popoli diversi. Sempre in cammino, ma in dimensioni e tempi vertiginosi.  Europa, Italia e Cina, i terminali di mondi, economie e culture apparentemente lontane ed invece, soprattutto in questi giorni, molto vicine.
Un libro come The Road of time è difficilmente etichettabile all’interno dei generi letterari tradizionali. Giancarlo Panarella è riuscito infatti a creare un ibrido che associa ad una struttura tipica del romanzo sprazzi di saggistica strizzando anche l’occhio ai resoconti di viaggio che tanto hanno influito sulle letterature di tutto il mondo.
L’antica via degli scambi commerciali, la strada attraverso cui si diffuse il vino e che, solo dopo secoli, verrà chiamata via della seta, oggi più che mai d’attualità, viene descritta, fotografata, camminata e rivissuta in un continuo dentro-fuori di ricordi, episodi, personaggi storici che nel cammino, più che trentennale, del viaggiatore Panarella assume anche connotazioni oniriche, quasi magiche.   
Solo di recente, nel 2007 in un simposio internazionale presso l’Università Goethenberg di Mainz, è stata studiata e approvata l'ipotesi presentata da Giancarlo Panarella che quella che viene chiamata la Via della Seta era l'antichissima Via della Vite e del Vino. Negli anni recenti poi il presidente della Cina ha lanciato l'importante progetto “One Belt One Road” che da nuova configurazione e nuovi contenuti all'antichissima via che per terra e per mare ha connesso ben tre continenti.
Il libro descrive un mondo vinicolo  non certo turistico, ma quello più interno e meno conosciuto, delle piste non battute, quello del deserto del Gobi e dei confini estremi della Grande Muraglia, quello delle prime cantine vinicole degli anni 80 del Novecento.
La Cina paese sempre più strategico per l'Italia e la sua economia e quindi anche per il vino con una platea di 443 milioni di utenti attivi presenti sulla piattaforma di e-commerce cinese Alibaba. Il mondo del vino sta attraversando una fase di forte cambiamento: i consumatori cinesi sono più consapevoli e l’affermarsi dell’e-commerce come canale di distribuzione rappresenta per le aziende vinicole un forte potenziale di espansione. In questo panorama che cambia velocemente le aziende vinicole italiane hanno una grande opportunità di crescita ed inserimento nel mercato cinese seguendo il percorso tracciato dal libro e legandosi ad esso come “mezzo” per entrare dalla porta principale ed essere accolte e conosciute dalla vasta platea di consumatori cinesi.   
Sulle orme della rotta commerciale aperta da Marco Polo, che il libro di Panarella presenta anche e soprattutto come una via culturale, in corsa per diventare 4.0, in seguito agli accordi firmati con Alibaba e la presenza di 1919 (il più grande rivenditore di vino del Dragone), oltre che con il Gruppo Cofcom senza dimenticare il progetto Italian Wine Channel, attraverso i paesi che si stendono lungo l’antica via del vino e della seta, rivive il mito di questa strada come una sinfonia suonata da un'orchestra composta di tutti i Paesi che vi appartengono.
 A partire dalla prima settimana di aosto, acquistabile su tutti i siti e-commerce: ISBN  numero 9788899822118
PER ACQUISTARE IL LIBRO CLICCA QUI.
 http://www.archeoares.it/negozio/ 
 
The Roads of Time 
Autore: Giancarlo Panarella 
Editore: Edizioni Archeoares
pagine ?????
Prezzo: 5,49 euro

giovedì 27 luglio 2017

L'amatriciana, valore nazionale

Questo classico della cucina italiana è da sempre considerato un CULT, amato e rispettato da tutti i buongustai più raffinati. Nonostante si pensi che un sugo, come quello dell'Amatriciana, sia di semplice fattura, vanno considerati molti fattori come tempi di cottura e ingredienti selezionati, se si vuole ragigungere l'eccellenza. Ecco come sono solita preparare la mia Amatriciana.
Con questo voglio regalare un pensiero a quella piccola porzione d'Italia che non c'è più, e che spero riscopra prima o poi una rinascita.


Ingredienti: Olio di oliva, Scalogno, Peperoncino, Guanciale stagionato di sei o sette mesi, (non sottovuoto tassativo)

Vino bianco dei castelli Romani, (Marino, Frascati, Velletri, ecc) Pomodoro pelato in barattolo, Pecorino Romano, Bucatini
Mettere un po’ di olio di oliva in una padella, tritare finemente lo scalogno, preparare il guanciale in cubetti, quando l’olio è a giusta temperatura soffriggere lo scalogno insieme ad un poco di peperoncino, attenti a non bruciare lo scalogno quindi mettere in padella i cubetti di guanciale, attendere la trasparenza del grasso, annaffiarlo con del buon vino bianco, attendere l’evaporazione del vino quindi immettere il pomodoro quanto serve, cuocere a fuoco lento, quasi a fine cottura innaffiarlo abbondantemente con il pecorino, sino ad ottenere un colore brizzolato, cuocere ancora per circa un minuto, assaggiarlo per controllare se manca il sale, normalmente non serve.
Lasciare riposare il sugo per almeno dodici ore in modo che il pecorino si amalgami con il sugo.
Cuocere i bucatini e mantecarli nel sugo.

www.wikivini.it

Salvaguardia degli agrumenti

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che è stato approvata oggi alla Camera la legge per la promozione di interventi di ripristino, recupero e salvaguardia degli agrumeti caratteristici.

In particolare con questo provvedimento viene istituito un Fondo per la salvaguardia degli agrumeti caratteristici che per il 2017 è pari a 3 milioni di euro. L'assegnazione dei contributi, che dovrà dare priorità alle tecniche di allevamento tradizionale e all'agricoltura integrata e biologica, prevede il coinvolgimento delle regioni, che dovranno stabilire l'ammontare delle risorse da destinare agli interventi di recupero e di ripristino, le modalità e i tempi per la presentazione delle domande, la selezione dei progetti e la formazione delle graduatorie.

Per agrumeti caratteristici si intendono quelli che hanno particolare pregio varietale paesaggistico, storico e ambientale, situati in aree vocate alla coltivazione di specie agrumicole dove le caratteristiche climatiche ed ambientali siano capaci di conferire al prodotto specifiche caratteristiche. Le aree agrumetate ritenute di interesse per il loro valore storico, paesaggistico e di salvaguardia del territorio rurale ricadono prevalentemente nella riviera ionica della Sicilia, nella riviera ionica e tirrenica della Calabria, nella penisola sorrentina, nella costiera amalfitana e nelle isole del golfo di Napoli, nel Gargano e intorno al Lago di Garda.

"L'approvazione di questo provvedimento - ha commentato il Ministro Maurizio Martina - è molto importante per questo settore perché consentirà di sostenere e salvaguardare i territori a particolare vocazione agrumicola del nostro Paese che negli ultimi anni hanno dovuto attraversare una fase complicata. 
Riconoscere l'importanza di queste aree significa compiere un importante passo in avanti per lo sviluppo sostenibile. L'obiettivo infatti è anche quello di salvaguardare la distintività delle nostre ricchezze naturali riconoscendo agli agrumicoltori un ruolo fondamentale nella tutela ambientale e paesaggistica soprattutto in alcune aree ad alto rischio di dissesto idrogeologico."

"Abbiamo definito la cornice legislativa - dichiara il Sottosegretario Castiglione - entro cui tutelare e valorizzare gli agrumeti caratteristici, uno dei simboli dell'agricoltura italiana. Si completa così un iter molto lungo ma che conferma l'impegno del Governo verso un comparto agricolo così strategico per alcune aree del Paese. Ciò rappresenta un passo in avanti fondamentale considerato che - conclude Castiglione - da oggi, le Regioni potranno destinare le risorse per raggiungere questi obiettivi di recupero degli agrumeti caratteristici, bene paesaggistico da salvaguardare e strumento di tutela del territorio".

LE PRODUZIONI AGRUMICOLE ITALIANE

Le superfici dedicate alle arance coprono quasi il 60% del totale agrumi seguite da clementine (19%) e limoni (17%). 

Le regioni più rappresentative per quota di produzione sono la Sicilia con oltre 85 mila ettari investiti, la Calabria con 37 mila ettari e la Puglia con circa 10 mila ettari: queste tre regioni insieme riuniscono oltre il 90% delle aree coltivate ad agrumi sul territorio nazionale.

Secondo le ultime rilevazioni Ismea, le varietà di arance più diffuse sul territorio italiano sono il Tarocco Comune che detiene il 42,5% delle superfici totali; la Navelina (18,2%), il Tarocco Gallo (10,4%), il Moro (9,3%), il Sanguinello (5,1%), il Tarocco nocellare (4,5%) e il Washington Navel (2,6%).

WeChianti...

WeChianti è un webmagazine quotidiano che ogni giorno racconta… al mondo il territorio del Chianti Classico.
Edito dalla società editrice chiantigiana ComuniChianti S.r.l., che già edita, dal novembre 2012, il quotidiano on line Il Gazzettino del Chianti e delle colline Fiorentine, con un grandissimo riscontro di pubblico.
Tutti i giorni dalle 3mila alle 10mila persone leggono Il Gazzettino del Chianti. Un giornale che possiamo chiamare… “a km 0”. Notizie locali per lettori locali,
Ma viviamo in un mondo globale e in un territorio conosciuto in tutto il mondo. Così abbiamo pensato di applicare la nostra idea, ovvero quella di raccontare quello che conosciamo meglio e più da vicino, a… tutti. A chi in questo territorio non vive (ma anche a loro, perché no…), a chi lo può “osservare” solo da lontano, a chi lo visita e lo vorrebbe vivere in modo diverso. Magari più vero, autentico. Lo facciamo con WeChianti su otto comuni, il cuore del Chianti Classico: Barberino Val d’Elsa, Greve in Chianti, San Casciano, Tavarnelle, Castellina, Radda, Gaiole in Chianti, Castelnuovo Berardenga.
Iper specializzati, iper territoriali, ma aperti al mondo. Perché qui viviamo, lavoriamo. Perché qui abbiamo le nostre radici, perché questo possiamo trasmettere a chi ci legge. Dappertutto.

Eventi, persone, luoghi, prodotti, storie: questo è WeChianti, un webmagazine in italiano e inglese, che è destinato a tre livelli di pubblico.
A lettori chiantigiani, fiorentini, senesi, toscani… ovvero a chi è vicino geograficamente a questo territorio e ama leggerlo. E magari ha bisogno di informazioni per passarci un week end, un sabato o una domenica. A chi lo legge da lontano, italiani e stranieri, che potranno godersi il Chianti comodamente da casa. La nostra ambizione è che, una volta che ci avranno “incontrato” sul web, magari qua vorranno anche…venire.
Infine ci sono i turisti che arrivano in Chianti: WeChianti è uno strumento a loro disposizione, a disposizione delle strutture ricettive del territorio. Un giornale agile, “mobile”, perfetto anche nella consultazione da tablet e smartphone. Che sa dare idee, spunti, raccontare il territorio a chi lo sta visitando.
In modo originale, con giornalisti chiantigiani che raccontano il Chianti a chi lo sta vivendo in quel momento. Insieme: insomma, WeChianti… Diamoci del noi.

Facebook, una risorsa anche per il vino ?

Si chiama Marco ed ha la passione per il buon vino italiano. Attento e perfezionista, Marco condivide la sua passione attraverso Facebook, creando un gruppo che in poco tempo 
diverrà un piccolo centro d'informazione per chi si districa nella conoscenza più approfondita del vino italiano. Stiamo parlando di "Migliori vini italiani", gruppo facebook in cui potete richiedere l'accesso ed iniziare anche voi il vostro percorso verso la condivisione e la conoscenza di molissimi vini italiani pregiati e rinomati.
Grazie a persone come Marco potrai avvalerti di consigli, recensioni, suggerimenti, per non restare mai impreparato di fronte alla scelta di un classico, o di un estroverso dopo pasto. Buona navigazione.

Nasce wikivini, wiki dedicata al mondo dell'enogastronomia.

Per gli amanti del buon vino e della cucina italiana non poteva mancare una wiki, appositamente studiata per condividere le proprie esperienze gustative... e parliamo di vino e buon cibo. Con oltre 500 schede di vini italiani e 28.000 ricette tra contenuti degli utenti ed il prestigioso supporto di dbricette.it, Wikivini diviene sempre di più una "succulenta" novità nel mondo dell'enogastronomia italiana. Grazie anche alla collaborazione attiva con enopress, le notizie saranno parte integrante per rendere un servizio maggiore ai fruitori che vorranno condividere con altri utenti i propri contenuti. Vini bianchi, rossi, importanti ti aspettano su www.wikivini.it, per dare assieme a te una nuova sfumatura al mondo del vino .. e non solo.